Rifare un “Bel Naso”
Per “rifare” un bel naso è essenziale avere dei precisi riferimenti di morfologia umana indirizzando l’atto chirurgico verso quello che possiamo definire il risultato ideale. Questo segue precise regole che pur tenendo conto della variabilità individuale sono state codificate con esattezza e prescindono dal gusto personale del chirurgo e del paziente.
Fondamentale è apportare una modifica che mantenga sempre un giusto equilibrio tra i vari elementi costitutivi la piramide nasale, soprattutto tra il dorso e la punta.
Mentre nel naso aquilino, con una evidente “gobba”, sarà il dorso il principale bersaglio, nei nasi lunghi, “pinocchio nose”, l’intervento di rinoplastica è rivolto soprattutto alla punta nasale che sporgendo oltre misura va riportata indietro.
Restringere la punta del naso è possibile ma soggetti con pelle spessa e grassa e cartilagini grosse e sporgenti, naso a patata, devono essere consapevoli che questo costituisce un limite alle possibilità di modifica.
Non esiste la tecnica migliore in assoluto, ma la più adatta a quello specifico caso. In alcuni casi la tecnica chiusa è più sicura ed affidabile, in altri è preferibile impiegare fare una rinoplastica aperta perchè le maggiori possibilità che offre la giustificano.
Esempio di correzione di un naso molto lungo. Oltre che scorciare il naso è importante, come sempre, che la punta sia giustamente definita. Per ottenere un risultato migliore siamo soliti collocare un “microinnesto” di cartilagine prelevato dal setto della stessa persona. In questo modo si rende il naso esteticamente più piacevole.
Quando il chirurgo plastico estetico abbassa molto il dorso ma non scorcia la punta si configura quel particolare tipo di naso detto a trampolino da sci “ski jump nose” che ancora oggi si può osservare quale complicanza di rinoplastiche male eseguite. E’ il naso che la Walt Disney ha preso a modello per caratterizzare il personaggio di Medusa nel fumetto Bianca e Bernie.
Per curiosità va detto che anche il naso di Crudelia DeMont della “Carica dei Cento e Uno” fu ispirato negli anni sessanta dai cattivi risultati di rinoplastiche. Era un naso troppo piccolo con la punta ritta e il dorso molto basso, ridicolo, frutto di una impreparazione concettuale e di una eccessiva presunzione chirurgica.